A Parigi, seguendo la torcia olimpica, nella suggestiva cornice di Casa Italia, allestita dal CONI proprio nella capitale francese per le Olimpiadi 2024,  il CSI Roma si è dato appuntamento per la presentazione del libro “Padre Henry Didon“,  scritto da Angela Teja, dedicato a questa figuta carismatica del cattolicesimo e conosciuto come il padre dell’olimpismo. Il libro, edito da Ave , è un’occasione per far conoscere Didon che, insieme a De Coubertin, di cui il sacerdote francese era intimo amico, è stato l’ispiratore del celebre motto olimpico “Citius, altius, fortius” (più veloce, più alto, più forte). La presentazione a Parigi fa parte di una serie di incontri su Didon promossi dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport in collaborazione con con la rete di magistrati “Sport e legalità”. “Padre Didon – come spiega Daniele Pasquini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II e del CSI Roma –  è una figura ben nota agli storici dello sport, ma poco conosciuta da molti altri. Con questo incontro e con questo libro vogliamo fornire un contributo per mettere in evidenza la sua importanza per l’olimpismo moderno”
Il libro rivela anche interessanti aneddoti: nella postazione, curata dal cardinale Gianfranco Ravasi, vengono svelati particolari tratti dal carteggio tra lo stesso Ravasi e il presidente del CIO Thomas Bach, in cui si racconta la genesi della quarta parola che è stata aggiunta allo storico motto. Tutto è avvenuto durante la pandemia, poco prima delle Olimpiadi dii Tokyo, quando Ravasi e Bach si sono scambiati pareri sulle varie possibilità in campo. Alla fine la scelta è caduta sulla parola “togheter”, insieme. E così “Faster, higher, stronger, togheter” si è rafforzato ulteriormente caricandosi di quel significato prpfondo che sta alla base di ogni sport, ossia il far parte di una comunità che si muove sempre insieme, che è poi ciò che ha sempre ispirato il CSI.

More in:Chiesa