«Siamo noi la gioia e la speranza. Siamo noi la novità del mondo». Sono state le parole dell’inno della prima Giornata Mondiale dei Bambini (la prossima a settembre 2026) ad accogliere l’arrivo di Papa Francesco allo Stadio Olimpico, sabato 25 maggio in occasione di questo inedito appuntamento mondiale, voluto dal Santo Padre e organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dal coordinatore della GMB, padre Enzo Fortunato. Negli occhi e nei sorrisi di tanti piccoli, accompagnati sugli spalti da responsabili ed accompagnatori, ci sono luce, futuro e vita. Prima del “calcio d’inizio”, tante caramelle elargite da Bergoglio a una marea colorata di bambini e bambine che intendono costruire un mondo di fratellanza e pace, cominciando essi stessi a fare domande all’“uomo vestito di bianco” come fosse un nonno confidente. «Se tu potessi fare un miracolo, quale faresti?» chiedono a sua Santità. «Vorrei che tutti i bambini del mondo fossero felici, potessero frequentare la scuola e avessero da mangiare» in risposta. «Ma la pace è sempre possibile?». E Francesco nel dire sì mostra al mondo il più classico segno di pace, la stretta di mano. Sugli spalti applausi, cori, e tante strette di mano perché sì, i bambini possono cambiare il cuore degli adulti. Basta mettersi in ascolto, alle loro domande, sofferenze, alle speranze. Tra queste, pace, cura dell’ambiente e fraternità le più ricorrenti nel corso della prima GMB allo stadio romano. Anche lo sport ha parlato al Papa, impegnandosi a rafforzare la collaborazione con la Chiesa per tutelare e far crescere i più piccoli in un modo migliore. Non poteva mancare il CSI, che il suo servizio educativo in Italia lo effettua da 80 anni: tshirt, cappellini e bandiere bluarancio sugli spalti a tifare per il “capitano” di sempre, di ogni squadra, in ogni disciplina sportiva e di vita. Un migliaio sugli spalti nella Monte Mario. Alcune parrocchie romane, e poi nutriti gruppi da Teramo, Melfi, Caserta, Cava Dei Tirreni, Napoli, Rieti, Roma, Viterbo, Bergamo, Varese, Cuneo, Terra D’Otranto e Pistoia. Un’atmosfera di festa, per fare “Bello Mondo”, come cantato in coro, e per salutare Papa Francesco anche dal “nuovo continente”, quello dei bambini che non hanno potuto essere presenti.
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